martedì 11 maggio 2010

Prigioniere della paura


L'argomento è lungo e difficile: riguarda il modo in cui si mette al mondo una persona.
Mia madre ebbe 20 ore di travaglio, 34 punti interni e 2 costole incrinate.
Ma che soddisfazione, signora mia!
Non l'ho mai sentita dire: "Fu un inferno che non rifarei".
E mi ha guardata con perplessità quando mi ha vista darmi tanto da fare per un'analgesia epidurale.

In Italia i parti cesarei nel 2009 hanno sfiorato il 37%.
Nella sola Campania, il 60.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda di limitare dove possibile l'episiotomia e il cesareo, pratiche che definisce "dannose" per la salute della donna. In particolare, i parti cesarei non dovrebbero superare il 15%. Non dovrebbero perché è appurato che non c'è bisogno che siano di più.
Eppure noi ne facciamo quasi il doppio.
Dal punto di vista sanitario, i costi di cesareo e parto naturale si equivalgono, ma il primo garantisce tempi certi e un maggior controllo (anche legale) della situazione da parte dei medici. Nel secondo invece entriamo in ballo noi, col nostro corpo, i nostri tempi, le nostre sensazioni.
Ma la vera ragione per cui le donne italiane non trovano nulla di insensato nel farsi praticare un taglio nella pancia invece che assecondare un evento fisiologico, è che in Italia nel 2001 l'Istat ha registrato solo il 3,7% di parti in analgesia epidurale.
Dunque, ancora, partorirai con dolore.
Dunque, ancora, quel che non uccide, rafforza.
Nella grande Milano, non tutti gli ospedali la praticano e alcuni solo in certi orari o in certi giorni.
Eppure è ormai dimostrato che i rischi connessi all'analgesia epidurale sono molto bassi, sia per la madre che per il bambino (infatti il farmaco viene iniettato direttamente nello spazio epidurale e raggiunge appena il circolo sanguigno).
In alcuni casi può provocare un caratteristico mal di testa (un mal di testa!), che si risolve nel giro di qualche ora.
Il peggio che può accadere (Giulia, amica mia...)è che abbia effetto solo su una parte del corpo.
Ma poi è assurdo star qui a perorare la causa, che all'estero è data per scontata da anni. La questione vera è la libertà di scelta, la possibilità di poter vivere quel momento come ci pare, soffrendo secondo natura o non soffrendo secondo civiltà.
Vi invito per questo a firmare la petizione di AIPA, l'Associazione Italiana Parto in Analgesia.
E forse non ho altro da dire, se non che vorrei che le future generazioni di donne non crescessero nella mitologia del sacrificio, con la paura di dover prima o poi pagare il piacere o l'assenza di dolore, nella superstizione che allo yin corrisponda necessariamente uno yang.
Si può essere felici e basta, ma è difficile crederlo.

INFO PRATICHE
Per chi vuole partorire alla Mangiagalli di Milano con analgesia, si può prenotare la visita con l'anestesista dalla 24ma settimana di gravidanza telefonando al numero verde Sanità Milano 800.638.638. Non è necessaria l'impegnativa del medico, la visita è gratuita e l'anestesista vi indicherà gli esami da effettuare dopo la 35ma settimana e da portare con voi al momento del parto.
La visita si effettua al Padiglione Alfieri, 2°piano.

1 commento:

  1. Grazie alessqandra per la solidarietà.
    L'epidurale gratuita e garantita è una battaglia di civiltà per tutti noi, uomini e donne.
    Un abbraccio :)

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